La Beata Giuliana di Rètine è una testimone che passa inosservata a causa delle scarse fonti sulla sua vita. Tuttavia, senza la sua devozione e i suoi sforzi, la solennità del Corpus Domini non sarebbe quella che noi conosciamo.
Nata tra il 1191 e il 1192, rimase orfana a soli 5 anni e questo la portò a trasferirsi nel convento agostiniano lebbrosario belga di Mont Cornillon dove, incoraggiata nella sua passione per le materie patristiche, divenne esperta degli scritti di sant’Agostino e san Bernardo.
Prese i voti a 16 anni ed ebbe una visione in cui vide un disco lunare raggiante di candida luce tranne che da un lato, dove era deformato da una linea oscura. La giovane, raccontando tutto al suo direttore spirituale, lo incitò a sottoporre la sua visione all’esame di alcuni teologi pensando che potesse essere un segno decisivo per l’istituzione della festa sul Santissimo Sacramento. I teologi, a loro volta, presentarono l’intenzione al vescovo che fissò la data della festa, esclusivamente per la sua diocesi, nel giovedì dopo l’ottava della Trinità.
Il suo operato venne criticato dalle consorelle e dagli ecclesiastici tanto da costringere Giuliana a vagabondare tra i monasteri cistercensi, dove diffuse il culto del Santissimo Sacramento.
Morì il 5 aprile 1258 a Fosses-la-Ville. Dopo solo 6 anni, papa Urbano IV emanò la bolla Transiturus in cui istituì la solennità di Corpus Domini affidando il compito di comporre i testi dell’ufficio liturgico della nuova festività a Tommaso d’Aquino.
A cura di Valentina Contiero