Il testimone della settimana. Beato Pietro To Rot

Il 7 luglio si ricorda Pietro To Rot, beatificato da Giovanni Paolo II il 17 gennaio 1995 che lo presentò come marito devoto, padre amoroso e catechista impegnato.

Il testimone di questa settimana nasce nel 1912 in una tribù della Papua Nuova Guinea. Il padre, capotribù influente e carismatico, fu tra i primi a convertirsi e a portare il Vangelo in quelle terre. La madre, invece, si occupava di educare la famiglia seguendo le indicazioni dei primi missionari. A 21 anni diviene il più giovane catechista di tutta la zona. Pochi anni dopo sposa Paula, giovane donna con cui condivide fede, ideali e propositi e con cui trasmette quotidianamente ai figli l’amore per Dio e per il prossimo.

Pietro vive ciò che insegna e per questo diventa un punto di riferimento per tutta la sua comunità. Con l’attacco e l’invasione dell’esercito giapponese ai danni della sua regione del 1942, i primi a essere perseguitati e internati nei campi di concentramento sono i missionari. Pietro, essendo laico, prende in carico la comunità rimasta senza sacerdote e amministra battesimi, si dedica ai malati e moribondi, celebrando matrimoni e custodendo l’Eucaristia consapevole dei rischi ma anche della precedenza che spetta alle cose di Dio.

L’umile catechista, considerato testimone scomodo del Vangelo dall’esercito Giapponese, viene arrestato nel Natale del 1944 e ucciso poco dopo con un’iniezione letale nel campo di concentramento in cui non smise mai di portare il messaggio di Cristo tra gli ultimi.