Conclusa la Visita ad Limina dei vescovi sardi a Roma

Un'occasione importante per condividere col Papa il cammino degli ultimi 10 anni

A distanza di 11 anni dall’ultima (maggio 2013), gli Arcivescovi e i Vescovi della Regione ecclesiastica della Sardegna, dall’8 al 12 aprile hanno rivissuto un’esperienza ecclesiale significativa: la visita ad limina apostolorum.

Il significato

La Visita è un dovere episcopale, è configurata come l’incontro che, ogni cinque anni, i vescovi di tutto il mondo devono compiere alla Sede di Pietro. I Limina sono i legni della cattedra di Pietro: visitare i limina significa incontrare il successore dell’apostolo Pietro cioè il Papa. Anche i nostri Vescovi, dopo una lunga preparazione, incontreranno Pietro, cioè il suo successore il Papa, che rappresenta non solo il Pastore universale della Chiesa cattolica, ma anche il Vicario di Cristo e il Pontefice della Chiesa universale.

I vescovi di tutto il mondo, secondo un ordine e un turno stabilito dalla Santa Sede, sono chiamati a visitare la città di Roma, con un pellegrinaggio alle quattro Basiliche Maggiori, san Pietro (per venerare la tomba dell’Apostolo), quindi la Basilica di San Giovanni in Laterano (la cattedra del vescovo di Roma), la Basilica di santa Maria Maggiore (la chiesa mariana più importante del mondo intero, dove si venera la mangiatoia, il luogo dove il figlio di Dio è apparso nella sua carne mortale ed è nato come Verbo incarnato) e, finalmente la Basilica maggiore di san Paolo Apostolo, fuori le mura, dove riposano le reliquie dell’apostolo delle genti.

Oltre le stazioni basilicali, che si configurano come un vero pellegrinaggio spirituale alle sorgenti apostoliche, si recheranno in Vaticano per incontrare i collaboratori principali del Papa, nei vari Dicasteri romani, e avranno un incontro personale col sommo Pontefice in modo collegiale come Conferenza Episcopale Sarda.

L’incontro col Papa ha lo scopo di illustrare quali siano le particolarità che contraddistinguono la loro Regione ecclesiastica dal punto di vista religioso, sociale e culturale, quali siano i nodi maggiormente problematici e come interviene la Chiesa particolare su questi problemi. La realtà sarda, e per noi quella Arborense e Alerense, sarà illustrata collegialmente e, crediamo, anche singolarmente a papa Francesco.

La storia

L’espressione ad Limina Apostolorum risale ai primi secoli della vita della Chiesa: i limina sono le tombe degli apostoli Pietro e Paolo e quindi le visite ad limina erano tutti quei pellegrinaggi compiuti dai fedeli che avevano come meta quelle stesse tombe. Con questa espressione si indica la visita che tutti i vescovi dovevano fare a Roma, secondo quanto stabilito nel Concilio di Roma, nel 745, sotto papa Zaccaria. Dal 1909 la cadenza delle visite ad Limina fu portata a cinque anni (10 per gli Ordinari delle sedi extraeuropee), e fu stabilito che vi erano tenuti non solo i vescovi diocesani, ma anche tutti i soggetti a essi equiparati (prelati e abati territoriali, amministratori e vicari apostolici).

Nel Codice di diritto canonico la visita ad limina è regolata dai can. 399 e 400: ogni vescovo è tenuto a presentare ogni cinque anni una relazione al Sommo Pontefice sullo stato della diocesi affidatagli… Il vescovo nell’anno in cui è tenuto a presentare la relazione… si rechi a Roma per venerare le tombe degli apostoli Pietro e Paolo e si presenti al Romano Pontefice.

Il programma 

Lunedì 8 aprile, i vescovi hanno incontrato papa Francesco. Un’udienza privata in cui il Santo Padre si è mostrato molto attento al discorso delle diocesi.

E’ stato un incontro importante e profetico per i nostri vescovi.

Così ce lo racconta il nostro Arcivescovo:

Mi ha molto colpito l’accoglienza che il Santo Padre Francesco ci ha riservato facendoci accomodare attorno a quella scrivania su cui opera tutti i giorni. Ci siamo sentiti davvero accolti paternamente. L’ho visto affaticato e provato: seppur avessimo l’appuntamento con lui alle 8,30 del mattino, già prima di noi aveva incontrato i familiari degli ostaggi che dal 7 ottobre scorso sono in mano di Hamas a Gaza e che lo hanno implorato di poter intervenire. Una questione, quella delle guerre nel mondo, che lo sta provando duramente. Nonostante ciò si è mostrato con noi molto attento e premuroso. Ciascuno di noi ha potuto esprimere una domanda, condividere una preoccupazione, chiedere consiglio su alcune questioni pastorali. Si sono toccati praticamente tutti quegli aspetti che, in questo momento, destano preoccupazione nella nostra Chiesa sarda ma anche fanno parte della quotidianità sociale della nostra Terra di Sardegna. Abbiamo parlato di vita ecclesiale, dei nostri Presbiteri, di vocazione, dell’azione pastorale che ciascuno di noi cerca di impostare nelle proprie Chiese locali.

Abbiamo anche toccato il tema dell’accorpamento delle diocesi, e il Papa ha fatto percepire che anche lui sta riflettendo su questo progetto con nuove prospettive. Abbiamo parlato anche di giovani, di denatalità, di spopolamento, di disoccupazione, di disagi sociali. È stato bello, inoltre, avere la possibilità di presentare non solo fatiche e problematiche ma anche le nostre ricchezze e i punti di valore che i nostri territori hanno: la generosità, la fede solida basata sull’eredità ricevuta, la pietà popolare che si fonda non solo sulle tradizioni ma anche sulla consapevolezza di una presenza viva del Signore. Il Papa ha dato a tutti un tempo per poter parlare e lui si è preso tutto il tempo per riflettere con noi. Porto a casa il suo incoraggiamento a proseguire con fiducia il nostro servizio pastorale nella Chiesa di Sardegna. Porto a casa il suo paterno saluto che trasmetto con gioia e affetto a tutti coloro che il Signore mi ha affidato. 

Il calendario degli appuntamenti prevedeva la Santa Messa secondo il seguente programma: Martedì 9 aprile ore 7.15, Basilica di San Pietro; Mercoledì 10, ore 18, S. Paolo Fuori Le Mura; Giovedì 11, ore 7, Santa Maria Maggiore; Venerdì 12, ore 7.30, San Giovanni in Laterano. La Messa a Santa Maria maggiore è stata presieduta dal nostro Arcivescovo.

Mercoledì 10, dalle ore 9, i Vescovi hanno invece partecipato all’Udienza Generale, alla quale sono stati invitati i seminaristi e gli educatori del Seminario Regionale e quelli dei Seminari Minori.