Questo è il giorno fatto dal Signore: gli auguri dell’Arcivescovo Roberto

Il mio augurio per tutti voi è che questa Pasqua di Resurrezione ci sorprenda

Questo è il giorno fatto dal Signore (dal salmo 117)

 

Si recò al sepolcro quando era buio…

Cosa agita il cuore di Maria di Magdala nell’incamminarsi, di buon mattino quando era ancora buio, verso il sepolcro, dove è stato deposto il corpo di Gesù? Il desiderio di un ultimo sguardo, al luogo dove giace il Maestro: la spinta a manifestare un dolore che non si può contenere, il desiderio nascosto, inconfessato, di una notizia che la sorprenda… Maria Maddalena ha vissuto, nelle ultime ore, il buio della tristezza e lo strazio di vedere una persona amata, innocente, torturata e uccisa in modo ignobile. Si porta il buio nel cuore, perché l’unica luce che lo illuminava è stata spenta sulla croce. Il nostro mondo vive, in questo tempo, ore di buio. Trafitto dalla violenza della guerra, dagli interessi dei potenti, dall’inascoltato grido dei deboli, dei bambini, di chi non sa come e dove difendersi e proteggersi. C’è un immenso sepolcro che racchiude la terra, le speranze di pace, il desiderio di una vita migliore e degna…


La pietra è stata tolta

Maria di Magdala è sconcertata: la pietra è stata tolta dal sepolcro. Si affacciano al suo cuore molte domande: Chi lo ha fatto? Dov’è il Maestro? Cosa significa tutto questo? Dopo il grande silenzio sulla croce, qui c’è un altro silenzio, quello della presenza: Hanno portato via il Signore. Le stesse domande agitano, oggi, il nostro cuore: Chi ci salverà? Chi ci darà speranza? Spetta a noi cristiani dire anche agli altri che la nostra speranza inizia dall’assenza in quel sepolcro vuoto dove risuona, però, la parola del Maestro: Io Sono con voi tutti i giorni, sino alla fine del mondo. Solo la certezza della profonda verità di queste parole, la certezza della fede, ci dà speranza, sicuri di non essere abbandonati e soli.


In tre si mettono a correre….

Maria Maddalena, Pietro e Giovanni corrono. Non importa se non c’è dignità, se non è opportuno correre; li spinge con forza la sorpresa, lo stupore, la speranza, il desiderio di capire dov’è il Maestro. L’annuncio della Resurrezione ha una dinamica forte. Non ci permette di stare seduti, ma ci spinge ad annunciare, a portare agli altri la buona notizia. Siamo anche noi interrogati oggi su che cosa ha il potere di smuoverci, di farci correre. È la luce di una speranza che si accende e che ci dice che il Signore è ancora con noi, che ci accompagna, che ci guida e protegge.


Vedere e credere

Il vangelo di Giovanni non si sofferma a descrivere e farci capire che cosa hanno visto i discepoli, arrivati trafelati al sepolcro. Hanno visto la pietra rotolata via, il sepolcro vuoto, i teli posati, il sudario avvolto in un luogo a parte... Che cosa ha aperto i loro occhi sino a quel momento chiusi come il loro cuore? Iniziano a mettere insieme i segni che hanno visto con le parole che avevano udito dal Maestro. Un po’ alla volta hanno iniziato ad abituarsi a una novità sconvolgente: non è qui, è Risorto! Adesso tocca a ognuno di noi fare un percorso, un cammino interiore, dal buio allo sguardo attento, alla sorpresa, alla fede…


Auguri

Il mio augurio per tutti voi è che questa Pasqua di Resurrezione ci sorprenda, che nonostante talvolta si cammini al buio, questo non mortifichi il nostro desiderio di Dio e la speranza dell’incontro con il Signore, che sappiamo correre per ciò che dà senso alla nostra vita e infine aprirci al mistero di credere in lui: il Risorto!

+ Roberto,

Arcivescovo Metropolita di Oristano

Vescovo di Ales-Terralba