Fulgenzio di Ruspe e la Sardegna

 

Una miscellanea di studi edita dalla Facoltà Teologica della Sardegna è stata appena stampata ed è disponibile in commercio. Si tratta di un volume curato da Antonio Piras, docente di letteratura cristiana antica e vicepreside della Facoltà Teologica, interamente dedicato alla figura di Fulgenzio di Ruspe, vescovo e santo della Chiesa cattolica, autore di diversi trattati teologici, che fu attivo nella prima metà del VI secolo. E’ la prima volta in assoluto che esce uno studio collettaneo su Fulgenzio ed ha un certo rilievo che questo sia avvenuto in Sardegna. L’indagine sulla figura e l’opera di Fulgenzio, e sul suo contesto, rappresenta infatti un elemento di primaria importanza proprio per chiarire il ruolo della Sardegna in età tardoantica.

Nei circa quindici anni di permanenza in Sardegna (508-523 d.C.) come esule – escludendo una parentesi di circa due anni a Cartagine – Fulgenzio influì in modo significativo sul clima culturale dell’Isola, creando un fiorente cenobio nella periferia di Carales. Insieme a lui furono esiliati un centinaio di altri vescovi africani, che ben presto raggiunsero diversi punti dell’Isola, dando così un contributo decisivo alla rinascita culturale della Sardegna: si hanno infatti notizie di dispute teologiche, della nascita di alcuni cenobi, di prassi liturgiche e di tecniche costruttive, relative all’edilizia religiosa, tipicamente africane.

Il cenobio fondato da Fulgenzio divenne un fecondo centro culturale, con la presenza di personalità di spicco provenienti dalla Sardegna fra il IV ed il VI secolo, e con un proprio scriptorium. Recenti studi hanno richiamato l’attenzione della comunità scientifica internazionale sul fatto che da qui uscirono con tutta probabilità i pregevoli codici greco-latini Laudianus e Claromontanus degli Atti degli Apostoli e delle epistole paoline (il primo ora è a Oxford, il secondo a Parigi); e soprattutto il prezioso Sant’Ilario Basilicano, ora conservato nella Biblioteca Vaticana: una parte di quest’ultimo codice presenta una serie di note marginali che alcuni attribuiscono addirittura alla mano dello stesso Fulgenzio o che, comunque, sicuramente sono state redatte da un personaggio gravitante nell’orbita del monastero.

Hanno collaborato a questo volume studiosi provenienti dalla Facoltà Teologica della Sardegna e dalle Università di Cagliari, Grenoble, Macerata, Perugia, Roma-Lumsa, Sassari, Siena, Venezia, Virginia, dell’Augustinianum di Roma e della prestigiosa Accademia Nazionale dei Lincei.

A. Piras (ed.), Lingua et ingenium. Studi su Fulgenzio di Ruspe e il suo contesto, Sandhi, Ortacesus 2010.

– Per consultare l’indice del volume si veda il sito della Facoltà Teologica della Sardegna