uniti per sconfiggere la piaga degli incendi

ISILI NURALLAO LACONI. Appena due settimane fa, in uno degli angoli più tipici dal punto di vista naturalistico, mons. Ignazio Sanna, insieme ai rispettivi sindaci, aveva percorso i 30 km a bordo del trenino verde, che separano Mandas dalla patria di Sant’Ignazio, immersi in una natura senza paragoni. Sono bastate poche ore perché quel paradiso andasse (quasi) del tutto in fumo. Poche ore perché l’inferno si scatenasse e devastasse il paesaggio, mettendo a repentaglio la vita di uomini e animali. La piaga degli incendi, infatti, non si è mai del tutto rimarginata nell’Isola. Essa riesplode in maniera carsica e risulta difficile fronteggiarla. Troppo pochi i mezzi, ancora meno gli uomini e le risorse. Presiedere il territorio, prevenire e portare avanti una cultura del prendersi cura della natura paiono astrazioni e utopie, sogni impossibili e dispendiosi. Occorre riflettere e unire gli sforzi e gli intenti dell’intera comunità sarda. Occorre far sentire la voce nei piani alti della politica, là dove si decide come e per che cosa destinare i soldi della collettività. La devastazione di un sito non riguarda unicamente quel sito e chi ci vive ma tocca tutti. Nella lotta agli incendi si deve attuare un grande gioco di squadra: vinco io se vinci tu ovvero se perdi tu, perdo anch’io. Lavorare per cambiare strategia e mentalità è un dovere sacrosanto. Di ognuno. Di tutti. Senza distinzione o etichetta alcuna. Iserra