Omelia per il funerale di Mons. Salvatore Marongiu

Cari fratelli e sorelle, Ci troviamo riuniti in questa celebrazione di fede e speranza, per affidare con la nostra preghiera don Salvatore alle braccia misericordiose di Dio Padre. Don Salvatore ha servito il Signore nel ministero presbiterale in diverse parrocchie della diocesi, prima come viceparroco, a Neoneli, Cabras, Paulilatino, Santa Giusta, e poi come parroco a Nughedu Santa Vittoria, Sorradile, Bidonì, Norbello, Abbasanta. A Ghilarza ha trascorso il periodo più lungo e anche più sofferto, a causa della malattia, che lo ha portato pellegrino di dolore da un ospedale all’altro. Ho concelebrato la messa con lui, e forse è stata la sua ultima messa, il 23 maggio scorso, vigilia di Pentecoste, quando ha voluto unirsi al Vescovo per invocare il dono dello Spirito sui ragazzi ai quali non aveva potuto donare la prima comunione, perché in ospedale a Milano. In quell’occasione, su indicazione di  don Italo, un bimbo gli ha offerto una rosa, prendendola dai vasi di fiori dell’altare. Vorrei rinnovare idealmente quel gesto simbolico a nome della nostra comunità ecclesiale, in segno di gratitudine  per i 42 anni del suo sacerdozio, ricevuto per le mani di Mons. Fraghì ad Oristano il 5 agosto 1973, e speso, oltre che nel ministero parrocchiale, in quello di vicario foraneo, membro del Collegio dei Consultori e Assistente Ecclesiastico Regionale per i Coltivatori Diretti.