oristano. omelia per la messa di chiusura del VI sinodo arborense

Cari fratelli e sorelle,

Con la celebrazione eucaristica di oggi vogliamo invocare la benedizione del Signore su una nuova stagione della nostra comunità ecclesiale arborense. Per più di due anni abbiamo lavorato nel Sinodo Diocesano, anche con l’aiuto di due lettere pastorali, che hanno svolto la funzione di instrumentum laboris. Da oggi siamo chiamati a “vivere” il Sinodo Diocesano. Iniziamo, cioè, un processo di conversione missionaria del nostro vivere cristiano, per rendere la nostra Chiesa Diocesana fontana di villaggio cui tutti possono attingere l’acqua che dà vita, l’ospedale da campo in cui si curano le ferite, l’arca dell’alleanza in cui si stringono patti di collaborazione fra presbiteri e fedeli laici. Siamo tutti chiamati a superare vecchie strategie pastorali, non più rispondenti alla realtà del nostro tempo, e a rinnovarci nei sentimenti, nelle relazioni, nelle strutture. In questo processo di rinnovamento ci poniamo sulla scia del Concilio Vaticano II, che esattamente 53 anni fa, nella solennità della divina maternità di Maria, iniziava il cammino di “aggiornamento” della Chiesa, sotto la guida profetica di Papa Giovanni XXIII.