Mons. Ignazio Sanna presiede la Veglia per la pace nel mondo

Cari fratelli e sorelle in Cristo,

“Sono forse io il guardiano di mio fratello?” (Gn 4, 9).  La risposta di Caino alla domanda di Dio, dopo l’omicidio del fratello Abele, contrasta con le rivendicazioni ideali di fratellanza, ripetute a seconda delle morti che si piangono e delle stragi che si condannano: “siamo tutti americani”; “siamo tutti francesi”, “siamo tutti libanesi”; “siamo tutti siriani”; “siamo tutti russi”. Indirettamente, queste rivendicazioni dicono che in tutte le parti del mondo vengono uccisi nostri fratelli e nostre sorelle. La fede cristiana, d’altronde, ci dice che davanti a Dio siamo tutti fratelli e sorelle. Perciò, non piangiamo i morti per il colore della pelle, per il credo religioso, per la lingua parlata, ma perché “se il primo omicidio della storia umana è stato un fratricidio, allora ogni omicidio è un fratricidio” (L. Bruni).