“Benedetto sei tu, Signore, che mi hai creata“.
Sono le ultime parole di Santa Chiara morente. Era l’11 Agosto 1253: la Madre Chiara, segnata dalla malattia, celebrava insieme alle Povere Dame di San Damiano il Beato Transito da questo mondo al Padre, circondata dall’affetto premuroso delle sorelle e confortata dalla visita del Papa Innocenzo IV, il quale approvò la sua Regola pochi giorni prima della morte di Chiara.
Il ricordo di quell’avvenimento viene celebrato ogni anno dalla comunità delle Clarisse Urbaniste di Oristano, con devozione e raccoglimento.
Quest’anno la ricorrenza assume un significato nuovo e particolare; un messaggio forte che dalla clausura raggiunge i cuori di tanti fedeli: Santa Chiara di Assisi invita a guardare il nostro mondo con sguardo evangelico e profetico, accogliendo in profondità la fragilità che l’umanità sta sperimentando, per scoprire che abbiamo bisogno gli uni degli altri.
Guardando il mondo con gli occhi della clausura, è possibile cogliere che la prossimità è un valore da non sottovalutare; che il contatto umano (pur limitato da norme di distanziamento) non è qualcosa di accessorio per le nostre relazioni; che è possibile guardare il futuro fidandoci di Dio con speranza.
Le Clarisse Urbaniste di Oristano, presenza storica e significativa in Città, rappresentano per tanti un punto di riferimento spirituale per lo stile di preghiera e di vita che le antiche mura del monastero custodiscono da più di 800 anni. Ci ricordano uno stile di vita cristiana ch
e affascina e interpella ancora oggi tante persone a porsi la domanda sull’agire di Dio nella storia dell’umanità.
Sempre pronte ad ospitare nella loro preghiera le necessità di quanti a loro si rivolgono, le Clarisse offrono la testimonianza della loro vita semp
lice e fragile, ma ricca della presenza di Dio e della spiritualità di Francesco e Chiara d’Assisi.
Alla loro preghiera affidiamo le nostre necessità spirituali e materiali, soprattutto in tempo di grandi incertezze e trasformazioni.
A Santa chiara affidiamo i desideri di pace e fraternità per la nostra fragile umanità.
A cura di fra Silvano Bianco, Cappellano Monastero Santa Chiara