Evaristo Madeddu: presentato a Cagliari il suo epistolario

Sabato 26 novembre nell’Aula Magna della Facoltà Teologica della Sardegna si è tenuta la presentazione dell’Epistolario di Evaristo Madeddu, appena pubblicato per i tipi della PFTS University Press. Ai saluti della autorità hanno seguito le relazioni dei docenti Luca Lecis e Andrea Marrone, entrambi dell’Università degli Studi di Cagliari, insieme ad alcune testimonianze. Erano presenti i curatori dell’opera, i professori Andrea Bobbio e Paolo Gheda dell’Università della Valle d’Aosta. L’opera, in quattro volumi, frutto di un paziente lavoro durato diversi anni, raccoglie per la prima volta in forma integrale tutte le lettere di Evaristo Madeddu conservate nell’archivio della Compagnia del Sacro Cuore, in un arco temporale che va dal 1916 al 1964. Le introduzioni dei curatori valorizzano il profilo del fondatore dell’Istituto evaristiano collocandolo all’interno delle dinamiche storiche ed educative della società sarda del Novecento. In tutto ciò emerge l’originalità del pensiero e dell’attività di Evaristo Madeddu (1890-1966), il suo impatto nella società isolana e nazionale dell’epoca, della quale sono messe in evidenza le trame sottili e intricate dei rapporti umani e istituzionali.

Un elemento importante di cui i curatori hanno arricchito l’epistolario è la riproduzione di tutte le correzioni presenti negli originali delle lettere. Questo aspetto rappresenta senza dubbio un elemento molto importante per riconoscere un’attività di scrittura e di relazione interpersonale che va oltre lo scrivere di getto e che riflette una sensibilità interpersonale e meditativa. Inoltre, come detto, l’arco temporale è notevolmente ampio, comprendendo circa 50 anni, in modo da favorire una lettura trasversale e cronologica delle relazioni intessute da Evaristo Madeddu. Aspetto ulteriormente interessante è l’allargamento dell’orizzonte geografico che comprende tutte le destinazioni dell’isola, della penisola e dell’estero. Dunque, un’apertura certamente dilatata per comprendere ancora meglio il modo capillare di rivolgersi a ciascuno dei suoi interlocutori.

La lettura cursiva dell’epistolario offre, inoltre, la possibilità di leggere la diversificazione degli intenti, degli obiettivi, degli ambiti pedagogici e caritativi di Madeddu: la cura e le attenzioni rivolte allo studentato; un secondo ambito importante furono, e ancora oggi rimangono attivi nella famiglia evaristiana, le scuole, con particolare attenzione alle persone con particolari esigenze di accompagnamento psichico e fisico. Da non dimenticare la sensibilità nella costruzione e formazione attraverso le colonie marine, come fecero alcune diocesi anche sarde – ad esempio quella di Ales-Terralba – protagoniste insieme agli Enti minerari di una viva attenzione ai ragazzi durante il periodo estivo. L’intento di Madeddu era favorire una cura elioterapica, che favorisse la cura integrale della persona. Infine, la costituzione di un centro di formazione professionale che valorizzasse i talenti e permettesse un ruolo attivo nella società e nel mondo del lavoro. Tutto ciò evidenzia – dall’epistolario lo si evince con particolare vivacità – un’educazione integrale e popolare mirata alla costituzione di persone e all’attenzione particolare a poveri e bisognosi.

In ultima istanza, ma solo per ragioni di spazio giornalistico, trapela dalle lettere lo spirito di sussidiarietà, attraverso una profonda apertura ai bisogni sociali e una fattiva collaborazione con le istituzioni anche civili, atte a curare i bisogni primari delle persone.