Il documento dell’Arcivescovo su alcune urgenti linee di pastorale

Il Consiglio presbiterale, nella riunione del 23 marzo scorso, ha affrontato due temi importanti per la vita della nostra Chiesa diocesana: nel primo si è fatta un’analisi approfondita sulla pastorale giovanile e vocazionale in Diocesi e, nel secondo, connesso al primo, si è affrontata la riflessione su come migliorare la collaborazione e la distribuzione dei presbiteri nelle comunità, creando zone pastorali e di collaborazione effettiva in cui alcuni presbiteri possano assumere il servizio per più comunità parrocchiali.

Riguardo alla Pastorale giovanile e vocazionale, dopo un primo momento informativo sul cammino in atto promosso dai rispettivi Uffici diocesani, si è avviata la condivisione circa l’urgenza di maturare atteggiamenti e decisioni che non possono essere più rimandati e che manifestino il coinvolgimento di tutta le comunità parrocchiali, dei sacerdoti, delle comunità religiose e delle Associazioni, in relazione a un tema che non riguarda solo alcuni incaricati, sebbene essi possono con il loro servizio stimolare, motivare e coordinare, o un numero ristretto di presbiteri, ma tutti i fedeli.

Emergenza pastorale

La riflessione è scaturita non solo dall’emergenza numerica che tutti conosciamo, sebbene questo aspetto ci sproni e sfidi, ma anche dall’attenta valutazione sulla nostra capacità di proporre ancora un cammino di fede ai giovani, di farli entusiasmare alla proposta di Gesù di Nazareth, di suscitare in loro il desiderio di vivere il Vangelo nella quotidianità e di impegnarsi esistenzialmente con un progetto di vita, una vocazione che è prima di tutto una personale chiamata al dono di sé nella santità. Essa poi si declina nelle storie personali e nelle vicende che portano a incarnarla in vocazioni specifiche di cui oggi la Chiesa sente l’urgenza: la vocazione al matrimonio cristiano, alla vita consacrata, al presbiterato, al diaconato permanente, alla consacrazione nella vita laicale etc. In questa prospettiva, la Pastorale giovanile e vocazionale è l’aiuto offerto a ciascuno perché possa ascoltare quella chiamata e liberamente donare sé stesso, facendo della propria vita una risposta alle necessità della Chiesa, per il servizio degli uomini. (I.L. Ratio Nationalis formationis n.15).

La Chiesa, attraverso il Magistero, ci ricorda che la riscoperta della dimensione vocazionale della vita cristiana interpella le famiglie, le parrocchie e le aggregazioni ecclesiali in dialogo con la Pastorale giovanile vocazionale e quella familiare. Insieme siamo chiamati all’impegno di evangelizzare e rievangelizzare le persone. Sono coinvolte le famiglie, in quanto testimoniano l’amore e promuovono un clima di fede, rappresentano il grembo in cui ogni persona, fin dall’infanzia, impara a comprendere che la vita è un bene ricevuto che tende, per sua natura, a divenire bene donato. Sappiamo che questa è una prospettiva ideale e che le famiglie affrontano oggi tante problematiche e fatiche anche nel vivere quotidianamente la loro fede. Eppure, non dobbiamo scoraggiarci ma stimolare le famiglie delle nostre comunità. Sono coinvolte le parrocchie che, per la loro stessa identità, sono il luogo per eccellenza in cui va proclamato l’annuncio del Vangelo attraverso il vissuto delle singole vocazioni. I gruppi, i movimenti e le associazioni sono luoghi pedagogici della vita di fede, offrono un ambiente idoneo per la scoperta e l’accoglienza della propria vocazione. Il salto di qualità della pastorale delle vocazioni sarà pertanto frutto dell’impegno di tutta la comunità ecclesiale, attraverso la mediazione educativa e la testimonianza dei presbiteri, dei diaconi, dei genitori, dei consacrati, dei catechisti, degli animatori, degli educatori alla fede, degli adolescenti e dei giovani.

Orizzonti ampi e discernimento

La Pastorale giovanile e vocazionale e le comunità devono anche farsi carico di tutti quei giovani che, per vari motivi, non hanno ancora incontrato il Signore o pensano di poter vivere senza di lui, non accogliendo o accogliendo solo parzialmente il suo annuncio. I presbiteri e tutti gli educatori dovranno porsi in una condizione di prossimità e di dialogo sia favorendo percorsi di fede, sia mantenendo il dialogo anche con coloro che scelgono di non aderire a tali percorsi.

Questa mia lettera è indirizzata a tutte le comunità per stimolarle a riprendere la responsabilità del tema vocazionale in senso ampio ma anche specifico. Perciò invito i parroci a darne lettura nella comunità e farne oggetto di riflessione con gli educatori e formatori, con i consigli parrocchiali e i catechisti. Sia inoltrata alle Comunità religiose maschili e femminili presenti in parrocchia. I parroci coinvolgano sempre più i laici ad assumere come prioritaria l’attenzione e la collaborazione con la Pastorale giovanile vocazionale. Tutti ci domandiamo: come è possibile oggi riprendere il contatto, il dialogo con i giovani? Un cammino possibile è partire dalle esperienze in atto nel proprio contesto vitale (esperienze quelle dalle parrocchie, dalle associazioni e movimenti, dalla pastorale giovanile e vocazionale).

 Ecco alcuni suggerimenti concreti.

  • È necessario riprendere con intensità la preghiera per le vocazioni, nella consapevolezza che è il Signore che chiama e suscita il desiderio di seguirlo. Chiedo ai parroci che ogni primo giovedì del mese (per quanto possibile; o altro giorno che vedranno opportuno) si preghi nel contesto dell’Adorazione Eucaristica per il dono delle vocazioni nella Chiesa.
  • Si valorizzino le esperienze comunitarie della parrocchia anche come possibilità di annuncio vocazionale (momenti di ritiro spirituale con i cresimandi e con giovani e adulti anche coinvolgendo l’Ufficio di Pastorale giovanile vocazionale).
  • Le feste della comunità, possono essere occasione di catechesi e coinvolgimento dei giovani.
  • Si dia tempo alla mediazione personale, attraverso l’accompagnamento dei giovani nella vita spirituale (offrire tempo di ascolto, accogliere per il sacramento della Riconciliazione, aiutare il discernimento sulla vita cristiana e sulla vocazione).
  • Si sostengano e motivino gli impegni dei giovani di servizio dentro e fuori la comunità o nel mondo del volontariato, aiutando a integrare il servizio con la relazione personale con Gesù.
  • Si propongano e si stimolino i giovani a sperimentare momenti di incontro, riflessione, preghiera e scambio, coordinati dagli uffici di Pastorale giovanile e vocazionale, che potranno aver luogo nei fine settimana nei locali del Seminario di Oristano o in un’altra sede delle comunità della Diocesi.
  • Non si rinunci ad accompagnare gli adolescenti, individuando per essi modalità adatte alla loro età, aiutandoli a cercare la loro strada, scoprire Gesù nelle scelte quotidiane e interrogarsi sul loro futuro e sulla vocazione.
  • Si curino le vocazioni in età adulta, proponendo un itinerario personalizzato di incontri, preghiera, letture formative e accompagnamento spirituale, in coordinamento con gli Uffici di Pastorale giovanile vocazionale.
  • È necessario che i vicari foranei e i preti delle vicarie cerchino la collaborazione dell’ufficio di Pastorale giovanile vocazionale per incontri di formazione sulla vocazione in cui coinvolgere i consigli pastorali, i catechisti, gli educatori e tutta la comunità.
  • Si valorizzi la partecipazione dei ragazzi all’esperienza estiva del campo scuola del seminario che si terrà, quest’anno, dal 3 all’8 luglio. Si valorizzi la presenza dei ministranti per il servizio liturgico durante le celebrazioni e la loro partecipazione al Convegno diocesano ministranti, il prossimo 25 aprile.
  • È di grande importanza riprendere con entusiasmo l’attenzione alla pastorale giovanile e vocazionale, non lasciando soli gli incaricati, che pure sono necessari per il coordinamento e la progettazione, ma avendo consapevolezza che si tratta dell’impegno di ciascuno.

Il Signore guidi il nostro impegno.

+ Roberto, Arcivescovo