I Gosos. Avvisa a frade meos.

Gosos. Maria di Magdala è la prima a ricevere il buon annuncio della risurrezione

Il commento ai Gosos della Domenica in albis, prosegue quello iniziato nell’approfondimento del numero scorso, attraverso l’attualizzazione patristica e sulla spiritualità della Misericordia voluta da san Giovanni Paolo II.

Poi Gesù: In figura de ortulanu apparit a Maddalena, chi de angustias fit piena mustrende corpus umanu (strofa 6). Qui l’autore dei gosos torna alla narrazione evangelica, seguendo il vangelo di Giovanni al capitolo 20. Alla strofa 7 la Maddalena, che ha visto il Risorto e ora è consolata, cerca di trattenerlo ma lui le risponde: Non mi toches, narat Cristu, bae, avvisa a frades meos chi pro timer sos giudeos istan cun coro tristu.

Il primo annuncio pasquale è consegnato a Maria di Magdala, che diventa apostola degli Apostoli come la definisce nel III secolo Ippolito Romano. Come sappiamo dal racconto giovanneo, Unidos in Galilea, sos undighi (strofa 8) ricevono la visita di Gesù.

Quando Gesù appare, però, manca all’appello Tommaso (Gv 20,24). Egli non crede agli altri che gli raccontano di aver visto il Risorto. Solo dopo che toccat, lui hat creidu (strofa 9). I gosos si concludono con l’invito di Gesù: Discipulos, non timades, li narat, però palpade, ca so eo in veridade mentras ido chi dudades si custas piagas mirades e custu abertu costadu (strofa 10). Custu abertu costadu, da cui escono sangue e acqua (Gv 19,24), lo contempliamo in maniera speciale in questa domenica in Albis.

Infatti, San Giovanni Paolo II il 5 maggio 2000 col Decreto Misericors et miserator della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, istituì la Domenica della Divina Misericordia. Come sappiamo questa particolare devozione ha avuto impulso grazie alla santa polacca, suor Faustina Kowalska.

Faccio questo riferimento volutamente, perché nell’immagine dipinta dalla santa, dal costato di Gesù escono due grandi raggi, rosso l’uno e l’altro pallido (Diario v. 47). La base di tutto questo la troviamo nella Scrittura come spiega il grande Padre della Chiesa Giovanni Crisostomo: Carissimo, non passare troppo facilmente sopra a questo mistero. Ho ancora un altro significato mistico da spiegarti. Ho detto che quell’acqua e quel sangue sono simbolo del battesimo e dell’Eucaristia. Ora la Chiesa è nata da questi due sacramenti, da questo bagno di rigenerazione e di rinnovamento nello Spirito santo per mezzo del Battesimo e dell’Eucaristia. E i simboli del Battesimo e dell’Eucaristia sono usciti dal costato. Quindi è dal suo costato che Cristo ha formato la Chiesa, come dal costato di Adamo fu formata Eva (Catechesi 3,13-19).

A cura di Giovanni Licheri. Pubblicato su L’Arborense del 26 aprile 2020.


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