Regina coeli laetare… con le parole dell’antifona mariana, usata nel tempo pasquale, iniziano i Gosos a Gesus resuscitadu.
Perché la Regina del cielo deve gioire? Quia cuns’umanu isplendore raiat oe triunfadore. È il trionfo di Cristo, come ci ricorda il tropario bizantino della Pasqua: Cristo è risuscitato dai morti. Con la sua morte ha vinto la morte, ai morti ha dato la vita. I gosos raccontano di questo trionfo glorioso: Si cantent innos de gloria po su riportadu trofeu (strofa 3); e, continuando l’uso del Regina coeli: Resuressit elevande, sicut dixit sa bandera (strofa2). Si potrebbe chiedere con l’apostolo Paolo: Dov’è, o morte, la tua vittoria? Dov’è, o morte, il tuo pungiglione? (1Cor 15,55).
Infatti, il Cristo, morinde e resuscitande hat morte e culpa assuggettadu (strofa2). In questo punto l’autore sembra riprendere il senso dell’epistola paolina del Sabato Santo: Cristo risuscitato dai morti non muore più; la morte non ha più potere su di lui (Rm 6,9). In questa vittoria sta tutta “la potenza di fuoco” del Verbo che dice: io offro la mia vita, e poi la riprendo. Nessuno me la toglie; sono io che la offro di mia volontà. Io ho il potere di offrirla e di riaverla: questo è il comando che il Padre mi ha dato (Gv10,17-18).
Come facciamo a conoscere la verità di questi fatti? Chi sono i testimoni? Così ci risponde il testo dei gosos: Jesus chi fit interradu e postu in sa sepoltura, a sa mama sua pura in primu s’est acclaradu (strofa 4). Qui si pone un bel problema: i quattro Vangeli non parlano di questo “incontro”.
Il Vangelo di Matteo parla di Maria di Magdala e l’altra Maria (Mt28,1); Marco scrive di Maria di Magdala, Maria di Giacomo e Salome (Mc 16,1); Luca, descrivendo gli apostoli che non credono all’apparizione avuta dalle donne, indica: Maria di Magdala, Giovanni e Maria di Giacomo (Lc 24,10); infine Giovanni parla solo di Maria di Magdala (Gv20,11). Ma, allora, il nostro autore se lo è inventato, ha espresso una pia immagine dal sapore romantico, oppure è consapevole di quanto abbiamo detto e si rifà ad una tradizione non presente nella Bibbia? Lui stesso ci fornisce la risposta: Bene si chi sa scrittura non de faghet menzione de cust’apparizione a sa mama sua pura, lu creimos de natura ca Issa in primu hat chircadu (strofa5). Qui abbiamo il motivo per cui la prima strofa dei gosos inizia col “Regina coeli”. Come poteva la mamma non gioire della vittoria della Vita (pensiamo all’espressione che una mamma usa per un figlio chiamandolo “vita mia”)?
A proposito di questo ci fermiamo un momento a considerare due fatti: la pietà popolare e l’insegnamento della Chiesa. I nostri padri ci hanno tramandato il rito de “S’Incontru”, con cui si vuole ricordare l’incontro del Risorto con sua Madre. Essi però non l’hanno inventato, c’è infatti una tradizione, che viene dalle Chiese orientali, che suffraga questo evento. Mi riferisco, ad esempio, alla Chiesa di rito antiocheno che nell’Ufficio festivo della Domenica di Pasqua così canta: In Aprile il Signore è sceso dalle alture e Maria lo ha accolto; in Aprile egli è risuscitato e si è elevato, e anche Maria lo vide, lei che si era accorta che era disceso negli abissi della morte; e anche, per prima, lei lo vide risuscitato; ora alture e profondità vedono il nome di Maria. Benedetto sei, Aprile, per aver visto il concepimento, la morte e la risurrezione di nostro Signore (Sant’Efrem il Siro). In questo passo c’è solo un accenno, mentre, nella liturgia vespertina c’è un riferimento più chiaro: La Domenica, Maria corse al sepolcro dell’Unigenito, piangendo e versando lacrime sul figlio ucciso dai cattivi. Vide però il Sepolcro vuoto ed un Angelo seduto di lato.
Questi aprì la bocca ignea e annunciò gioioso alla tutta benedetta: “Il Figlio del Re è risuscitato, egli siede alla sua destra e gli spiriti eccelsi cantano al Dio risuscitato dal sepolcro: Tu sei benedetto!”.
Ho accennato al magistero della Chiesa. Nell’Udienza Generale di mercoledì 21 maggio 1997, San Giovanni Paolo II affronta questo tema in modo molto approfondito. Scrive il Santo Padre: I Vangeli riportano diverse apparizioni del Risorto, ma non l’incontro di Gesù con sua Madre.
Questo silenzio non deve portare a concludere che dopo la Resurrezione Cristo non sia apparso a Maria. Questo evento, seppur non riportato dai Vangeli, non è poi così surreale.
Più avanti Giovanni Paolo II ne rivendica, anzi, la legittimità: È anzi legittimo pensare che verosimilmente la Madre sia stata la prima persona a cui Gesù risorto è apparso.
L’assenza di Maria dal gruppo delle donne che all’alba si reca al sepolcro, non potrebbe forse costituire un indizio del fatto che Ella aveva già incontrato Gesù?Questa deduzione troverebbe conferma anche nel dato che le prime testimoni della resurrezione, per volere di Gesù, sono state le donne, le quali erano rimaste fedeli ai piedi della Croce, e quindi più salde nella fede. Ad una di loro, Maria Maddalena, infatti, il Risorto affida il messaggio da trasmettere agli Apostoli.
Anche questo elemento consente forse di pensare a Gesù che si mostra prima a sua Madre, Colei che è rimasta la più fedele e nella prova ha conservato integra la fede».
A cura di Giovanni Licheri. Pubblicato su L’Arborense del 19 aprile 2020.
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