Prosegue sul nostro sito il percorso di approfondimento liturgico fatto attraverso la lettura dei Gosos a cura di Giovanni Licheri e pubblicato sulle pagine de L’arborense. In fondo all’articolo, in allegato, tutte le pubblicazioni precedenti.
Su majore Propheta soberanu
Giovanni è il suo nome. Tutti furono meravigliati. (Lc 1,63). Giovanni, figlio di Zaccaria, (Lc 3,2), uomo mandato da Dio (Gv 1,6), voce di uno che grida nel deserto (Gv 1,23), amico dello sposo (Gv 3,29), lampada che arde e risplende (Gv 5,35), profeta, il più grande fra i nati di donna e Elia che deve venire (Mt 11, 9;11;15).
Una presentazione niente male per il precursore (in greco prodromos) di Gesù, o come lo chiama Giovanni Delogu Ibba, su divinu correu.
Il 24 giugno la Santa Chiesa celebra la solennità della Natività di San Giovanni Battista, precursore del Signore. Nell’anno liturgico il Battista è l’unico santo di cui, oltre al dies natalis (la nascita al cielo), si ricordi anche la nascita secondo la carne.
Le Chiese sorelle d’Oriente danno risalto alla figura di Giovanni con ben sei memorie: la prima è la sua Concezione il 23 settembre; il 7 gennaio, il giorno dopo la festa del Battesimo di Cristo (la sua principale commemorazione); il 24 febbraio, secondo ritrovamento del suo capo; il 25 maggio, terzo ritrovamento del suo capo; il 24 giugno, la sua Natività; il 29 agosto, la sua Decapitazione.
Come possiamo vedere le date delle ultime due memorie corrispondono a quelle del calendario romano. La missione di Giovanni viene esaltata in un inno della liturgia siriaca, attribuita al diacono e Dottore della Chiesa Sant’Efrem il Siro (IV secolo): Beato tu, Giovanni, eletto da Dio, che hai posto la mano sul tuo Maestro, che hai preso per mano la fiamma il cui chiarore fa tremare gli angeli!
Stella del mattino, hai mostrato al mondo il Mattino vero; alba gioiosa, hai manifestato il giorno di gloria; lampada scintillante, hai mostrato la Luce senza pari! Messaggero della grande riconciliazione del Padre, l’arcangelo Gabriele è stato mandato davanti a te per annunciare a Zaccaria la tua nascita, come un frutto oltre ogni sua attesa […] Tu, il più grande fra i nati di donna, vieni incontro all’Emmanuele, a colui che supera ogni creatura; primogenito di Elisabetta, precedi il Primogenito di tutta la creazione!
Anche la nostra religiosità popolare sarda, attraverso i componimenti del clero isolano, ha cantato la nascita del Battista. Il parroco di Monteleone, Giovanni Delogu Ibba, nel sesto libro della sua opera Index libri vitae dedica una parte ai Gosos a sa Natividade de Santu Iuanne Baptista. Giovanni è colui che indica il cammino verso il cielo: «Indice de su divinu Verbu in sa terra humanadu mustradenos su caminu de su quelu santu amadu» (sa torrada). I gosos ricalcano fedelmente i passi del Vangelo di Luca che narrano la sua nascita.
Il primo tema è l’annunzio e la nascita di Giovanni Battista (Lc 1,5-25). A bois Deus imbiesit Curreu de su Messias, mas tambene a Zacarias unu anguelu anticipesit, su quale li revelesit su adventu vostru sagradu (strofa 2). A questo annunzio il sacerdote Zaccaria non crede infatti: sa limba restesit muda de Babbu vostru et ligada, e questo sino al momento della nascita: fin à qui la hagis soltada, dae qui istetigis nadu» (strofa 3).
Secondo tema presente è quello della visita di Maria a Elisabetta (Lc1;39- 45). Di questo evento si ricorda particolarmente che il bimbo esulta di gioia nel salutare il Verbo di Dio che, nel ventre di Maria, viene portato in casa di Elisabetta: «in su ventre saludegis su Rè celeste incarnadu (strofa 6). Molto bella la strofa successiva che richiama il Benedictus nel punto in cui si parla di un sole che sorge, venuto a visitarci: Sende in su corpus maternu reclusu ancora, et serradu, creo bos hat visitadu su matessi Verbu eternu, et cun resplandore internu restegis illuminadu (strofa 7).
Terzo tema è l’infanzia e la giovinezza nascoste del Battista (Lc 1,80): Apena segis nasquidu, et à su mundu iscobertu, quando prestu a su desertu cun presse segis fuidu (strofa 11). Il testo dei gosos riporta poi i titoli cui abbiamo accennato in apertura: Propheta et pius che Propheta (strofa 5); Inter totus sos nasquidos bois segis su maggiore (strofa 10); propheta soberanu e Vogue de su omnipotente (strofa 12).
Concludo la nostra riflessione richiamando uno degli stichirà prosomia del precursore dai vespri della liturgia delle ore ortodossa, che sintetizza e richiama il contenuto dei nostri gosos: Corroborato dalla divina grazia di Cristo, o Battista e precursore, ci hai indicato l’agnello di Dio che toglie tutti i peccati del mondo; e a lui oggi hai unito con gioia una coppia di discepoli. Supplicalo di dare alle anime nostre le pace e la grande misericordia.
A cura di Giovanni Licheri. Pubblicato su L’Arborense del 21 giugno 2020.
Precedenti pubblicazioni
- Primo approfondimento. Lassa, omine, su peccau
- Secondo approfondimento. Digiuno: battaglia intima.
- Terzo approfondimento. Maria isconsolada.
- Quarto approfondimento. Liberasì de custa pesta.
- Quinto approfondimento. In sa rughe pro nois.
- Sesto approfondimento. Portat oscuru velu
- Settimo approfondimento. Oe cun gala cust’intrada. Chenabara cun sa rughe a pala.
- Ottavo approfondimento. Si cantent innos de gloria.
- Nono approfondimento. Avvisa a frade meos.
- Decimo approfondimento. Madonna di Bonaria, un arca po fai dimora.
- Undicesimo approfondimento. Religiosu e animosu, presoneri volontariu.
- Dodicesimo approfondimento. Michei, Arcangelu Santu.
- Tredicesimo approfondimento. Reina sa plus poderosa.
- Quattordicesimo approfondimento. Cun trassa miraculosa.
- Quindicesimo approfondimento. Seis porta de su xelu.
- Sedicesimo approfondimento. S’infinida caridade celeste.